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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Ode alla triglia

.. e mentre lo sconforto la sovrastava, e sul da farsi ella meditava, soggiunse l'ora della settimanale spesa, incombenza a cui non poteva dare attesa. Lanciò alla strada un'ultima occhiata, sperando di veder un'auto bianca arrivar lanciata.  Abituata a rincorrer simili chimere ormai da tempo,  si accinse ad arrivar al supermercato a stento.  Occhi spenti vide sul banco del ghiaccio e con terror si chiese: mo che faccio?  Troppo vivo era il ricordo di tal magnifico branzino,  che il presente banco non le era affino. A passi svelti s'avvicinò al congelatore,  confidando di trovar pace per il suo cuore.  Scrutò a lungo ed infin la man portò alla maniglia, e con occhi tristi e desolati poi scelse la triglia.  Galeotto fu il branzino e chi glielo porse,  dopo tutto domani è un altro giorno... forse! 

Ode al branzin disperso

Galeotto fu quel branzin e gli occhi cerulei del cavalier che le porse il munuscolo,  quel attim più che mai il di lei cuor ed animo di piacer intenso arsero.  Donzella felice si reputò ciuschera talun giorno, sapendo pur che entrambi spariti sarebber immantinente di torno.  Infatti accadde che ben presto il suo animo fu diluso alquanto, l'attesa polizela del pendizio di pesce un estenuante ed infinito pianto, passaron rapidi angoscianti e penosi lustri, incalzavan di notte in lei i peggiori e gupi mostri,  e vane furon le flebil prore di conferir in tal senso, la delusione non tardò a riempir il suo affranto cuor immenso. Ma con teutonica tenacia che or sempre la contraddistinse, al tremante petto il menu settimanal lei sedule strinse, ed invocando in aiuto gli dei del firmamento, tentò un ultim disperato urlo di sfinimento: oh imperiale cavalier su scialbedo destrier maschio, potrai mai rapparir con il tuo sublime branzin fresco? Ordunque lei sospirò e pronunciò con grande speme,